Aroma terapia per cavalli stressati? La scienza conferma

Le situazioni di stress a cui possono essere sottoposti i cavalli riguardano in special modo quelli destinati all’impiego sportivo, che devono sopportare innumerevoli spostamenti, cambi repentini di ambiente, clima, alimentazione e frequenti trasporti. 

La lavanda, o meglio, il suo aroma può ridurre efficacemente il livello di stress nel cavallo; lo dicono gli studiosi dell’Albion College (Michigan)1 insieme ai colleghi dell’Ospedale Veterinario di Ottawa (Canada), i quali hanno condotto un esperimento che si basa sulla più comune condizione di stress per molti cavalli, specie quelli da competizione, ossia il trasporto.

Durante il viaggio sui mezzi dedicati al trasporto cavalli avvengono delle variazioni di alcuni parametri vitali, più o meno evidenti a seconda del livello di disagio provato dal cavallo; in ogni caso è accertato che aumenta la frequenza cardiaca e, a livello metabolico, la quantità di cortisolo nel sangue.

Quest’ultimo, definito “l’ormone dello stress” è il parametro che ha permesso ai ricercatori di confermare la validità della loro osservazione, infatti misurandone il suo livello nel sangue in tre momenti diversi (prima della partenza, dopo un certo tempo di viaggio e 50 minuti dopo l’arrivo) si è vista una significativa riduzione del valore di cortisolo durante il viaggio e dopo 50 minuti nei cavalli sottoposti a diffusione di aroma di lavanda durante il viaggio, rispetto al gruppo di controllo che aveva ricevuto solamente acqua in aerosol.

Risultati analoghi erano stati ottenuti in precedenza dai ricercatori della McNeese State University di Lake Charles (Louisiana)2, i quali hanno potuto verificare anche una risposta cardiaca (aumento della frequenza in occasione di evento stressante) significativamente minore nei cavalli esposti ad aerosol con essenza di lavanda rispetto al gruppo di controllo esposto ad aerosol di sola acqua. Inoltre hanno potuto accertare che la lavanda ripristina la calma nei cani ed anche negli esseri umani.

A questo punto non ci resta che fare scorta di profumo di lavanda e testare quanto affermano i ricercatori.

Il motto sarà:”in viaggio tranquilli e profumati!”

 

1 https://bit.ly/4bBocl2

2 https://bit.ly/4bDC1H

A Cavallo Felici e Sereni

Cari genitori e ragazzi, siamo entusiasti di annunciare il lancio del nostro emozionante progetto “A Cavallo Sereni e Felici” dedicato agli adolescenti!

Vi aspettiamo sabato 4 maggio per farvi conoscere le caratteristiche del nostro progetto; l’incontro si svolgerà presso il centro Amor Bairo a partire dalle ore 10. Lo trovate a Bairo Canavese (TO), via Agliè 2.

Durante la presentazione sarà possibile interagire con il team che guiderà il progetto, ed anche iscrivere i ragazzi e le ragazze che vorranno farne parte.

🌿 In un mondo in cui la pressione e le sfide sono sempre presenti, vogliamo offrire uno spazio sicuro e stimolante per i vostri figli, dove possano imparare a vivere il rapporto con il cavallo in un’ottica di rispetto, ma anche di crescita personale e, se lo desiderano, anche agonistica.

Attraverso incontri di sport coaching, il nostro team esperto guiderà i ragazzi attraverso un viaggio di scoperta personale e sviluppo delle competenze vitali. Ci teniamo a garantirvi che il nostro approccio sia non solo educativo, ma anche divertente e motivante per i vostri figli.

🌟 Con “A Cavallo Sereni e Felici”, i ragazzi potranno:

🗣️ Esplorare il loro dialogo interiore e imparare a gestire i pensieri in modo positivo e costruttivo.

💪 Sviluppare fiducia in sé stessi e scoprire il proprio potenziale.

👫 Migliorare le abilità di comunicazione e la qualità delle relazioni con gli altri.

🎯 Acquisire strumenti pratici per concentrarsi meglio ed affrontare le sfide con determinazione.

Oltre a fornire ai ragazzi un ambiente di apprendimento stimolante, ci impegniamo a mantenere un dialogo aperto e trasparente con voi genitori, per garantire che il vostro supporto sia pienamente integrato nel percorso dei vostri figli verso il successo.

🌿 Non vediamo l’ora di accogliere i vostri ragazzi in questa fantastica avventura!

Per info: Paola Bellamacina +39 347 416 7932 – Dott. Marco Grosso +39 335 591 9717

  info@lavorarecoicavalli.it    paolabellamacina79@gmail.com

#ACavalloSerenieFelici #AdolescentiInAzione #BenessereGiovani #CrescitaPersonale #GenitoriAlVostroFianco

E’ arrivata la bella stagione?

La primavera stimola l’energia dell’Universo, la Natura sembra esplodere in tutte le sue manifestazioni, la temperatura è più mite e tutto sembra veramente più luminoso e gradevole.

Fra i tanti segnali di questo risveglio, ahimé c’è anche la ricomparsa di alcune fastidiose manifestazioni patologiche da parte dei cavalli che soffrono, in particolare, della cosiddetta headshaking e della insopportabile Dermatite Estiva Recidivante (DER).

Oggi voglio descrivere la prima delle due, la Headshaking, ossia quella particolare forma patologica che fa sì che i cavalli che ne soffrono scuotano la testa violentemente e senza tregua, completamente incapaci di controllare questi gesti che diventano compulsivi.

Questa patologia verosimilmente è provocata da una iperstimolazione di alcune branche del nervo trigemino, e tende a manifestarsi più violentemente in presenza di insetti ma anche di luce solare intensa, rendendo la vita dei cavalli molto complicata, e pregiudicandone anche il loro eventuale utilizzo; per questa ragione si palesa nella bella stagione, caratterizzata da luce sempre più intensa ed insetti sempre più numerosi ed agguerriti.

I rimedi consistono soprattutto nel proteggere occhi, padiglioni auricolari e narici con mascherine adatte, ottenendo il duplice effetto di ridurre l’impatto luminoso sugli occhi e salvare il più possibile dagli insetti queste parti così sensibili e già iperstimolate dalla sindrome; inoltre la pressione delle protezioni sulle terminazioni nervose cutanee avrebbe lo stesso effetto analgesico che proviamo quando ci strofiniamo una parte del corpo traumatizzata e ne traiamo un certo sollievo.

Altri rimedi consistono nel trattamento cosiddetto PENS, che si basa sulla stimolazione elettrica transcutanea delle terminazioni nervose coinvolte, oppure nella somministrazione di alcune molecole di un particolare antistaminico, le quali sembrano ridurre anche di molto gli effetti deleteri di questa fastidiosa malattia; anche una buona integrazione di magnesio sembra essere d’aiuto.

E’ possibile anche sottoporre il paziente ad intervento neurochirurgico, ma gli studi non concordano sulle accertate possibilità di buon esito.

Sono fermamente convinto che l’attenta osservazione del vostro cavallo sia fondamentale per acquisire profonda conoscenza delle sue abitudini e dei suoi atteggiamenti più comuni. Se notate questi sintomi, che sono molto evidenti, non esitate a rivolgervi al vostro Veterinario di fiducia, che saprà indicarvi le migliori soluzioni applicabili al caso specifico

Primavera: allarme processionaria!

Come ogni anno la primavera risveglia la natura, compresi i componenti dai quali bisogna tenersi alla larga.

Tra questi troviamo le Processionarie, così chiamate per la loro consuetudine a spostarsi in fila indiana.

Si tratta di bruchi, stadio larvale di una farfalla notturna (Thaumetopoea pityocampa) che depone le uova sui rami dei pini, dove le larve troveranno di che cibarsi, costruendo anche dei nidi molto caratteristici, di dimensioni ben visibili.

Al termine della fase larvale, dopo aver danneggiato seriamente l’albero che le ha ospitate nutrendosi dei suoi aghi, queste larve pelose scendono per andare a cercare nel terreno il luogo adatto per terminare il loro ciclo e trasformarsi in farfalle, e questo avviene durante la primavera, fino ad inizio estate.

La migrazione è il momento in cui rappresentano il pericolo per animali e persone, in quanto sono dotate di sostanze molto tossiche per contatto, che possono causare gravi danni, specialmente se vengono a contatto con la lingua e la mucosa della bocca.

I cani sono colpiti perché la loro curiosità li spinge più facilmente ad “assaggiare” questi animaletti, con conseguenze a volte molto gravi.

Nel cavallo il contatto deriva dall’ingestione accidentale dei bruchi nascosti nell’erba, oppure per contatto sul muso se il cavallo si avvicina ai tronchi degli alberi durante la discesa.

I sintomi riguardano soprattutto lingua e bocca, per cui se improvvisamente il vostro cavallo inizia a sbavare copiosamente, mostrando anche segni di malessere ed agitazione, sudorazione e strofinio violento delle labbra, sciacquate con abbondante acqua fresca ed avvisate immediatamente il vostro Veterinario!

La prevenzione si basa essenzialmente sulla segnalazione della presenza di nidi, facilmente riconoscibili sui rami dei pini, prima che avvenga la migrazione, cosicchè la loro rimozione, eseguita con tutte le precauzioni del caso o, meglio, affidata a ditte specializzate, diventa anche profilattica per la salvaguardia delle conifere, oltre che degli animali e persone che vivono in loro prossimità. Se la presenza di nidi riguarda aree pubbliche, non esitate ad avvisare il Comune, che provvederà senz’altro alla disinfestazione per garantire la sicurezza dei cittadini e dei loro animali.

Durante i miei corsi di formazione insisto sempre molto sull’importanza di osservare con molta attenzione il comportamento dei cavalli, ma non dimenticate di osservare con altrettanta attenzione l’ambiente in cui vivono e soggiornano, e ricordatevi di guardare anche in alto, soprattutto in presenza di alberi di pino e simili; se la prevenzione è praticata con attenzione i vostri beniamini potranno godere la vita all’aperto che meritano senza rischi evitabili

Pic by Arturo Reina Sánchez, Barcelona
Pic by ©entomart
Pic by Mangatome

Primavera: voglia di sole!

Mentre osservo una impressionante tempesta di fulmini non posso fare a meno di pensare al piacere che ci offre una bella giornata di sole, e poiché si avvicina il fatidico 21 marzo il desiderio è ancora più forte.

In questo periodo i cavalli si preparano alla bella stagione, spogliandosi del manto invernale, e siccome sono molto sensibili al cosiddetto fotoperiodo, l’aumento delle ore di luce stimola il loro organismo, sono più attivi ed aumenta la voglia di una bella pascolata nell’erba rigogliosa che presto ricoprirà tanti bei prati, e non c’è cosa più bella dei cavalli che si godono il sole ed un pasto succulento, un mio vecchio amico diceva che loro “sentono il rumore dell’erba che cresce”!

A questo punto dobbiamo ricordarci di prendere alcune importanti precauzioni, poiché i cavalli con pelle rosa, ma anche quelli più scuri che hanno aree importanti di pelle rosa sul muso e intorno agli occhi possono incorrere in fastidiose scottature da sole, a volte anche molto dolorose; per questo motivo si preferisce evitare l’esposizione al sole per lunghi periodi, evitando se possibile, le ore più calde, soprattutto a fine primavera ed inizio estate, che rappresentano i momenti in cui i danni da luce solare sono più frequenti.

Le protezioni (maschere) possono essere molto efficaci, come anche le creme solari ad alto coefficiente di protezione, ricordandoci di applicarle più volte sul muso se il cavallo sta pascolando.

Attenzione anche alle erbe presenti dove il cavallo pascola, poiché alcuni vegetali, tra cui trifoglio, iperico, prezzemolo selvatico e grano saraceno selvatico, possono indurre una violenta reazione alla luce solare, detta fotosensibilizzazione primaria; micotossine e muffe presenti nei fieni mal conservati o nei prodotti a base di cereali e leguminose avariati, danneggiando il fegato possono invece dare origine a reazioni di fotosensibilizzazione secondaria, quindi la nostra attenzione verso la qualità degli alimenti sarà sempre alta.

Ricordo che anche certi farmaci, come ad esempio le tetracicline, richiedono un periodo di non esposizione ai raggi solari, ed il vostro Veterinario saprà senz’altro mettervi in guardia quando necessario.

La tempesta sta passando, presto il sole ed il caldo ci ristoreranno, le giornate si allungheranno ed avremo a disposizione molto più tempo da passare all’aperto con i nostri beniamini, ma non scordiamo gli occhiali da sole per noi e le protezioni per i cavalli.

Cavalli, carri, carrozze e… barche

La famosa kermesse del Carnevale di Ivrea è appena terminata, fra i cori delle squadre, tamburi, pifferi e l’immancabile scalpito degli zoccoli dei tanti cavalli impegnati a trainare i carri degli aranceri e non solo, il tutto avvolto da fragranze di arancia, vin brulè e frittelle; questa particolare atmosfera mi ha suggerito alcune riflessioni sui cavalli da tiro, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di lavorare con i cavalli.

Il lavoro di questa categoria di equini è abbastanza conosciuto, soprattutto nelle zone limitrofe alla città di Ivrea, infatti non è raro incontrare carri e carrozze di varie fogge e dimensioni trainate da questi splendidi cavalli, durante il loro allenamento, che si mantiene costante durante tutto l’anno; altri soggetti, più adatti al lavoro pesante, si incontrano nei boschi, in aiuto ai taglialegna, oppure in qualche azienda agricola con forte componente green, che li utilizza con particolari macchinari agricoli studiati apposta per la trazione animale.

Il titolo contiene anche la parola “barche”, che sembrerebbe slegata dal contesto, tuttavia esiste una pratica, che risale a tempi lontani e resiste ancora soprattutto per scopi turistici, che consiste nell’utilizzo dei cavalli per trainare le barche controcorrente per far loro risalire i canali.

Ho raccolto alcune informazioni storiche, come ad esempio gli inventori del catering veneziano, e cioè la famiglia Rosa Salva, famosa ancora oggi, che già nel 1870 forniva pranzi luculliani nei palazzi veneziani, ma anche nelle sfarzose ville del Brenta, utilizzando una chiatta fluviale trainata da cavalli come mezzo di trasporto per la cucina mobile.

I Navigli di Milano furono anch’essi solcati da barche e chiatte di dimensioni anche ragguardevoli, capaci di trasportare fino a 50 tonnellate di merci, tutte rigorosamente trainate da cavalli in direzione controcorrente, dopo aver fatto la prima parte del viaggio sfruttando lo scorrere dell’acqua; in questa fase spesso sulla chiatta prendevano posto anche gli stessi cavalli. A partire dagli anni ’30 i cavalli furono sostituiti dai trattori, e, negli anni ’70 la navigazione sui Navigli fu abbandonata definitivamente.

Quando parlavo di lavorare coi cavalli ai giorni nostri mi riferivo alla possibilità di utilizzare i cavalli per trainare barche leggere per accompagnare i turisti dove esiste la possibilità di avere superfici navigabili a lenta corrente e sponde adatte ad essere percorse dai conduttori coi loro fidi cavalli da tiro, meglio se immerse in parchi naturali fluviali.

In altri Stati, USA in particolare ma anche nazioni europee, è una forma di turismo assai ricercata proprio per le sue peculiarità, e rappresenta un’ottima opportunità di lavoro, molto apprezzata per la sostenibilità e l’impronta decisamente green.

Cavalli e barche? Ottima scelta!

Per gentile concessione dell'assocoazione storica "La Piarda"
Per gentile concessione dell'assocoazione storica "La Piarda"
Per gentile concessione dell'assocoazione storica "La Piarda"

Si è appena conclusa la seconda edizione del corso per Operatori di scuderia ed i sorrisi parlano da soli!

Un corso indimenticabile, nel quale la passione per i cavalli ed il loro benessere ci ha uniti, tirando fuori il meglio: impegno, dedizione e grande determinazione da parte di ognuno di noi, e questo mi riempie di orgoglio e soddisfazione.

Sono certo che il futuro saprà premiare l’entusiasmo e la passione, e col sostegno della preparazione acquisita non mancheranno le meritate soddisfazioni.

Il futuro nel mondo equestre, con tutte le sue innumerevoli opportunità, vi aspetta!

E’ tempo di coperte e tosature 

Le feste sono passate, la Befana se le è portate via, la lista dei buoni propositi per il nuovo anno è appesa bene in vista… e la vita prosegue come da programma.

In questo periodo, entrando nelle scuderie, spesso si sente il ronzìo caratteristico delle tosatrici, accompagnato da nuvolette di pelo, sbruffi dei cavalli e starnuti degli addetti a questa operazione.

Molti proprietari, sapendo che è un’operazione delicata e, a volte, complicata dal temperamento di alcuni cavalli, preferiscono affidare il compito ad altri, professionisti o semplicemente più esperti, i quali dovranno affrontare la sfida cercando di arrivare ad avere un risultato soddisfacente.

Lo scopo della tosatura è quello di favorire la dispersione del calore dal corpo del cavallo durante l’allenamento o l’attività fisica a cui è destinato, evitando pericolosi surriscaldamenti, ed al contempo facilitando l’operazione di asciugatura, evitando di lasciare a riposo il cavallo dopo l’attività ancora sudato, con il rischio di pericolosi raffreddamenti.

Altri vantaggi riguardano la maggiore igiene del mantello, più facile e veloce, e la minor incidenza di patologie legate all’uso delle coperte e relativo ristagno di polvere e batteri nel pelo lungo e fitto.

E’ comunque opportuno tenere presente che le coperte indossate sopra un pelo folto ne riducono significativamente il potere isolante; questo perché il pelo con le basse temperature tende a drizzarsi, utilizzando dei piccoli muscoli che lo sollevano all’occorrenza, in questo modo si forma un cuscino d’aria più spesso ed efficace. La coperta, schiacciando il pelo, ne riduce l’efficacia, senza contare che i peli, dopo un po’ di tempo che sono sotto la coperta, avranno perso, anche se solo temporaneamente, la capacità di sollevarsi.

Per decidere se e quando procedere è necessario valutare attentamente l’utilizzo a cui è destinato il cavallo, la sua stabulazione, l’età e le eventuali difficoltà legate al temperamento, che potrebbero richiede sedazioni ripetute ed aumentare i rischi per operatori e cavalli stessi.

Dal momento che si decide di procedere è necessario prima di tutto controllare l’attrezzatura, che dovrà essere mantenuta in perfetta efficienza,  per evitare il rischio di non poter ultimare l’operazione. Quindi è necessario controllare che tutti gli attrezzi siano in perfetto ordine:

  • Tosatrice di grandi dimensioni con almeno due set di pettini affilati
  • Tosatrici piccole per le rifiniture nelle zone più delicate, con relativi set di lame
  • Forbici da pelo affilate
  • Lubrificanti per lame e motori
  • Liquido di lavaggio pettini
  • Spazzole e spazzolini per pettini
  • Prolunghe elettriche
  • Spago ed elastici
  • Panni ed asciugamani
  • Sgabelli e scalette
  • Tuta da lavoro (ottime quelle monouso) con polsini elastici
  • Guanti e mascherine

Prima di iniziare è necessario verificare che il luogo prescelto sia sicuro per il cavallo e l’operatore, con spazio adeguato, buona aerazione ma non correnti d’aria ed un buon pavimento antiscivolo.

Altra verifica indispensabile è che il mantello del cavallo sia il più possibile pulito, sia per evitare di danneggiare l’attrezzatura, sia per prevenire possibili patologie della pelle. La presenza di un aiutante che si occupi di tenere il cavallo e rassicurarlo può essere di grande aiuto.

A questo punto non resta che armarsi di tutta la pazienza necessaria, condizione assolutamente inderogabile, ed iniziare la tosatura.

Questi sono alcuni esempi dei più comuni schemi di tosatura, che possono essere variati e modificati, a seconda delle esigenze del proprietario, dell’attività a cui è destinato il cavallo e, in alcuni casi, al temperamento del cavallo, quindi per questioni di sicurezza.

A questo punto non ci resta che affilare le testine e dare il via alle operazioni!

Corso di Formazione per Operatori di Scuderia Seconda Edizione

Benvenuti su LAVORARECOICAVALLI.IT™! Siamo entusiasti di presentare la seconda edizione del corso qualificante per Operatori di scuderia.

Questo percorso formativo è stato progettato appositamente per accontentare i desideri di tutte le persone che vogliono iniziare questa avventura e realizzare una professione soddisfacente partendo dalla passione per i cavalli.

La nostra missione è rendere accessibile a tutti questa opportunità e allo stesso tempo offrire una esperienza qualificante per coloro che, già esperti, sentono la necessità di crescere professionalmente per meglio affrontare le sfide di questo settore.

Sappiamo per esperienza che l’amore e la passione per i cavalli sono una continua ricerca di perfezione, ed il nostro corso, realizzato col metodo “taylor made”, offre moduli avanzati e personalizzati su misura, per raggiungere eccellenti livelli di competenza e conoscenza di tutti gli aspetti relativi alla gestione del cavallo, della scuderia e dell’indispensabile business management.

Grazie all’ospitalità della Scuderia Piasenti di Bairo Canavese abbiamo organizzato questa nuova edizione del corso per Operatori di scuderia nelle date:

19-20-21 gennaio e

26-27-28 gennaio 2024.

Cogli al volo l’opportunità di iniziare questo percorso nel mondo dei cavalli, siamo pronti a condividere tutta la nostra esperienza.

Per info ed iscrizioni:

info@lavorarecoicavalli.it 

Whatsapp: +393355919717

La Sindrome di Cushing (o PPID: Disfunzione Pars Pituitaria Intermedia)

Questa malattia è nota da molto tempo, infatti la correlazione fra ghiandola pituitaria ingrossata nei cavalli e segni clinici come poliuria/polidipsia, fu descritta per la prima volta dal ricercatore veterinario e patologo tedesco Dr. Georg Pallaske nel 1933.

A differenza degli umani e dei cani, nel cavallo si tratta di un aumento progressivo di volume dell’ipofisi (adenoma) considerato benigno, poiché si sviluppa solo in senso ipertrofico, senza sviluppare caratteristiche tumorali.

I casi più frequenti riguardano cavalli di almeno 15 anni, secondo diversi studi, ma si possono manifestare sintomi specifici anche in soggetti molto più giovani.

 

Origine della malattia

La Dottoressa Jaini Clougher descrive molto bene il meccanismo che si sviluppa nei cavalli colpiti da PPID:

“la causa iniziale della cascata di eventi che determinano la PPID è la perdita di cellule nervose dopaminergiche (neuroni che rilasciano dopamina) nell’ipotalamo. Questi neuroni sono fondamentali nel regolare la conversione dei precursori degli ormoni in ormoni. Quando i neuroni dopaminergici vengono persi o diventano non funzionanti, la pars intermedia del cavallo produce ormoni in modo incontrollato, aumentando di dimensioni mentre pompa sempre più ormoni. Il principale tra questi ormoni è l’ormone adrenocorticotropo o ACTH.

L’ACTH prende di mira la corteccia surrenale, segnalandole di produrre sempre più cortisolo. Il cortisolo è un ormone importante coinvolto in tutti i tipi di risposte fisiologiche necessarie, ma quantità eccessive e non regolate di cortisolo possono causare numerose anomalie. Questi includono la soppressione del sistema immunitario, la perdita di massa muscolare, l’assottigliamento della pelle, anomalie di altri tessuti connettivi con conseguente rottura di tendini e legamenti, aumento della minzione e del consumo di acqua e resistenza all’insulina (IR) nei cavalli che normalmente non sono IR o EMS (sindrome metabolica equina).

I cavalli PPID mostrano anche anomalie nella regolazione del calore, con modelli di sudorazione anormali; scarsa resistenza ai parassiti (conseguenza della depressione del sistema immunitario); e pelo anomalo, con pelo lungo, riccio e che non perde pelo (questo si verifica più tardi nella progressione della PPID e non è correlato all’eccesso di cortisolo, ma piuttosto ad anomalie nella produzione di prolattina e/o cambiamenti nella sensibilità ad esso). Poiché i neuroni dopaminergici nell’ipotalamo sono coinvolti anche nel controllo della produzione di prolattina, le cavalle PPID possono allattare senza essere gravide.

Il segno clinico più devastante della malattia di Cushing negli equini è la laminite, che può manifestarsi con largo anticipo rispetto a qualsiasi altro segno. Infatti, spesso il primo segno di PPID è la laminite autunnale inspiegabile.”

L’insorgenza stagionale di questa patologia si spiega con le variazioni stagionali nella produzione dell’ormone ACTH, che nei cavalli colpiti mostrano oscillazioni molto più ampie rispetto ai sani, e queste variazioni anomale ci aiutano a formulare la diagnosi. 

Bisogna prestare attenzione ad eseguire il prelievo di sangue con il cavallo a riposo, poiché la fatica, lo stress e l’agitazione potrebbero falsare il valore dell’ACTH.

Quando i sintomi sono evidenti (pelo abnorme e fuori stagione, perdita di peso, laminite inspiegabile, problemi dentali, infezioni ricorrenti, sete intensa e conseguente poliuria), l’esame del sangue serve come conferma, ma in molti casi i sintomi sono più che sufficienti per giustificare l’inizio della terapia.

L’unico atto di prevenzione consiste nel programmare un esame annuale, preferibilmente verso settembre, effettuando il dosaggio nel sangue di ACTH, a partire dai 16 anni di età del cavallo, anche in assenza dei sintomi; una diagnosi precoce è fondamentale per iniziare il trattamento; quando i sintomi sono appena accennati la qualità della vita si manterrà eccellente molto più a lungo.

 

Gestione del PPID

La PPID è una malattia progressiva; non viene mai “curata” ma può certamente essere gestita per garantire ai cavalli che ne soffrono, lunghi anni di vita dignitosa e piacevole. Ciò potrebbe includere anche la vita competitiva, anche se non tutti i circuiti accettano il pergolide come sostanza non dopante.

I cavalli con PPID dovrebbero seguire le stesse raccomandazioni dietetiche dei cavalli con  Sindrome Metabolica Equina (della quale parlerò nel mio prossimo post) . Il trattamento specifico per la gestione della PPID è costituito dal farmaco pergolide, disponibile in compresse registrate  per l’uso specifico negli equini.

Pergolide si lega ai recettori della dopamina nella ghiandola pituitaria, mimando l’azione della dopamina. Tuttavia, poiché i neuroni produttori di dopamina nell’ipotalamo continueranno a scomparire, la dose di pergolide dovrà essere aumentata nel tempo.

Le dosi di pergolide possono variare  da 1 mg fino a 30 mg o più per cavallo o pony. Non viene dosato in base al peso corporeo, come lo sono la maggior parte dei farmaci come antibiotici o antinfiammatori, ma si somministra valutandone l’effetto sui recettori dell’ipofisi, come ben specificato dalla dottoressassa Eleanor Kellon, co-fondatrice dell’Equine Cushing’s e del gruppo di resistenza all’insulina, la quale precisa: “La dose corretta di pergolide è quella che controlla l’ACTH”.

Trent’anni fa, la diagnosi di PPID in un cavallo era una condanna a morte virtuale, con la maggior parte dei cavalli sottoposti ad eutanasia a causa di laminite ricorrente o infezioni che non sarebbero state sotto controllo. I progressi nella conoscenza riguardo a questa condizione consentono ora ai cavalli PPID ben gestiti di vivere una vita piena.  

 

L’importanza della formazione: il personale di scuderia ben preparato (Operatori, Tecnici e Gestori degli impianti) rappresenta un tassello fondamentale nella prevenzione, poiché sarà in grado di riconoscere e segnalare tempestivamente tutti quei piccoli ma fondamentali cambiamenti che permetteranno al Veterinario di fare al meglio il suo lavoro, ed al cavallo di ricevere le migliori cure.

Lavorare con i cavalli: l’importanza della formazione

“C’è un’enorme richiesta nell’industria equina canadese in questo momento per stallieri e custodi”, afferma Gayle Ecker, direttore di Equine Guelph presso l’Università di Guelph in Ontario.”   

Questa notizia, come riporta horsejournals, conferma che le possibilità di lavoro con i cavalli sono reali e che la preparazione professionale fa la differenza; infatti nello stesso articolo i riferimenti alle competenze specifiche del personale sono sottolineati molto chiaramente :

L’industria equestre canadese è molto ampia e sono disponibili molti tipi di lavoro. Secondo un rapporto commissionato da Equestrian Canada, il settore equino canadese ha fornito quasi 71.000 posti di lavoro equivalenti a tempo pieno nel 2022. Le aziende che producono prodotti e servizi richiesti da cavalli, cavalieri, proprietari e appassionati dello stile di vita occidentale, richiedono personale con conoscenze equestri. Gli imprenditori in crescita continuano a creare e vendere prodotti e servizi personalizzati a proprietari di cavalli e cavalieri. È normale che anche coloro che si guadagnano da vivere nel settore dei cavalli indossino più cappelli. Una persona può prendersi cura dei cavalli, insegnare lezioni, realizzare e vendere un prodotto unico, offrendo allo stesso tempo addestramento dei cavalli o servizi di trasporto.”

“Questi molteplici ruoli richiedono un ampio insieme di competenze. Le abilità e la conoscenza del cavallo sono un requisito fondamentale. Anche il buon senso degli affari è utile, insieme alla comprensione del più ampio settore equino. Capacità imprenditoriali come fornire un servizio clienti eccezionale, marketing, tenuta della contabilità e networking possono aiutare ad aumentare le opportunità di reddito. Sono richieste persone in cerca di lavoro che siano professionali, abbiano capacità di comunicazione, sappiano come maneggiare i cavalli, oltre a conoscere la cura dei cavalli e il funzionamento delle strutture equine.”

In particolare mi riferisco a quella parte di conoscenze, evidenziate nell’articolo, che spesso vengono sottovalutate o addirittura ignorate, mentre invece costituiscono un bagaglio di strumenti ormai indispensabile.

Il corso per Operatori di scuderia di lavorarecoicavalli.it™ dedica una parte alla formazione specifica, in particolare alla comunicazione, al marketing con utilizzo dei social media, al business management ed al personal branding, perchè, come chiaramente indicato nell’articolo, quella è la strada verso il futuro del settore equestre, e se in Italia la situazione sembra faticare a tenere il passo rispetto ad altre Nazioni, a mio giudizio sarebbe molto negativo farsi cogliere impreparati.

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Updated: November 20, 2023

By Tania Millen, BSc, MJ 

Link: https://urly.it/3yvn1

Malanni di stagione: le “Ragadi” del Pastorale (Rain Scald)

La dermatofilosi del pastorale, comunemente detta “ragade” o “rain scald” è un problema che può interessare tutti i cavalli, di qualsiasi razza o età, a riposo o in lavoro, in box o paddock.

La causa è un batterio che si sviluppa più facilmente in presenza di abbondante e persistente umidità, infatti le razze con pastorali molto pelosi sono le più colpite, con complicazioni e cronicizzazioni a volte veramente molto gravi; anche la cute rosa sembra essere più delicata.

I casi più comuni, come quello della foto sopra, sono più frequenti proprio quando il clima è piovoso, come spesso accade in autunno, perché l’umidità favorisce lo sviluppo di questi germi.

La pelle sana normalmente ha sufficienti difese immunitarie, ma sono sufficienti anche solo delle microlesioni per favorire la penetrazione dei germi e la successiva diffusione ai tessuti sani; inoltre, siccome i germi sopravvivono per parecchio tempo nelle croste che si staccano, si possono trasmettere anche involontariamente.

Nei casi più gravi l’infezione si diffonde risalendo gli arti, e il danno inizia con fastidio e dolore ai pastorali, a volte molto intenso, fino ad arrivare a febbre alta e importante edema degli arti. Le croste che si staccano con tutto il pelo, formano dei piccoli “pennelli” caratteristici. A volte le lesioni si estendono a tutto il corpo, diffuse a chiazze.

Il trattamento inizia sempre con dei lavaggi tiepidi utilizzando detergenti antibatterici non troppo aggressivi, come ad esempio i saponi alla clorexidina, oppure saponi a base di benzoile perossido, e poi si possono applicare creme antisettiche e lenitive.

Poiché questi batteri non amano l’abbondanza di anidride carbonica, può essere utile avvolgere le zone colpite con della pellicola trasparente, dopo averle deterse, asciugate con attenzione usando sempre carta asciugamani, e ricoperte di pomate antisettiche, dopodichè si procede con sottofascia, meglio se cotone garzato che poi si sostituisce, e fasce da riposo, che al termine della cura dovranno essere lavate e sterilizzate, oppure sostituite. Nella maggior parte dei casi si assiste ad un significativo miglioramento dei sintomi nel giro di alcuni giorni. Sconsiglio vivamente l’uso di spugne, che sono delle incubatrici di batteri perfette! Attenzione anche alle vostre mani, meglio usare guanti monouso, e a tutti gli strumenti di scuderia (spazzole, nettapiedi, ecc.).

Nei casi più estesi o, soprattutto, se compaiono sintomi generali come febbre ed edemi importanti, è indispensabile l’intervento del Veterinario che saprà quali farmaci prescrivere per combattere efficacemente la malattia.

La prevenzione consiste soprattutto nella cura ed igiene degli arti, che devono essere accuratamente asciugati dopo ogni lavaggio, usando sempre carta monouso; ovviamente l’igiene e pulizia della lettiera è fondamentale per evitare pericolose concentrazioni di ammoniaca ed altri fattori irritanti che possono predisporre l’ingresso dei germi.

Per i cavalli che vivono perennemente nei paddock, la pulizia metodica e la rimozione delle feci faranno la differenza; il fango, se la pelle degli arti è sana, normalmente non è un problema, ma bisogna tenere presente che qualunque fattore che diminuisce le difese immunitarie può predisporre all’attacco di questi germi.

In conclusione, la miglior difesa è un’attenta osservazione del cavallo, con minuziose ispezioni dello stato di salute degli zoccoli, dei fettoni, dei pastorali e, a seguire, di tutto l’arto, per cogliere anche i più piccoli segnali di pericolo; la conoscenza del cavallo e la disciplina nell’averne cura, come sempre faranno la differenza.

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Il silenzio

“Fa molto più rumore un albero che cade di una intera foresta che cresce”

Lao Tzu (300 a.C.)

Esiste il silenzio della bocca, facile da ottenere perché è sufficiente tacere, ed esiste il silenzio della mente, molto più ambiziosa come meta da raggiungere; quest’ultimo richiede pazienza, allenamento e l’aiuto di alcuni fattori ambientali, come un bel bosco o la riva di un torrente di montagna.

Il cavallo e l’asino sono animali estremamente silenziosi, vocalizzano relativamente poco e quasi sempre in occasioni particolari e ripetibili, come l’ora del pasto o per richiamare la nostra attenzione quando ci vedono o ci sentono arrivare e ci riconoscono.

Per la maggior parte del tempo stare in loro compagnia favorisce la concentrazione e la meditazione, soprattutto se possiamo osservarli senza interagire con le loro azioni.

I pochi rumori che fanno sono ovattati e delicati, soprattutto quando scende il buio, e le tante notti passate in scuderia mi hanno permesso di imparare ad apprezzare questa caratteristica così rilassante e pacificante.

Allenare la mente a stare in silenzio, anche solo per qualche decina di minuti, è un  toccasana, un vero e proprio detox per il nostro cervello bombardato h24 da impulsi in gran parte elettronici che non si fermano mai.

Osservare un cavallo o un asino che pascola, concentrarsi sul lento masticare accompagnato dal caratteristico macinio e qualche sbruffata, è una buona tecnica per ottenere finalmente un po’ di silenzio nella nostra mente, e se le prime volte che lo facciamo qualche pensiero assillante si affaccia o parte l’impulso di prendere lo smartphone, non demoralizzatevi, è normale, basta solo accettare che succeda e riprendere subito la concentrazione, i risultati vi sorprenderanno.

Provare per credere

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Halloween

Stasera, com’è ormai consuetudine, uno sciame di giovani, giovanissimi ed anche qualche adulto, uscirà col calar delle tenebre: tutti mascherati, facendo a gara a chi ha il trucco e la maschera più spaventosi.

Vedendo tutta questa galleria di dentature inquietanti non ho potuto fare a meno di pensare alle volte in cui mi sono trovato di fronte a dei cavalli con dentature altrettanto inquietanti, solo che in quel caso non era affatto divertente.

So che l’accostamento può sembrare “originale”, ma sono convinto che ogni occasione per sottolineare l’importanza della cura dei denti del cavallo vada sfruttata, e sia nostro preciso dovere professionale ricordarla.

Lo stato della dentatura del cavallo è fondamentale per la sua salute, per il suo benessere e, in particolare quando gli anni passano, per la qualità e la durata stessa della sua vita.

L’efficacia della masticazione garantisce una buona digestione e facilita l’assorbimento delle sostanze nutrienti, contribuendo al buon funzionamento di tutto l’organismo.

Problemi dentali possono incidere significativamente sul benessere oltre che sulla salute, perché, oltre alle difficoltà di masticazione, a volte accompagnata da dolore, possono arrivare ad alterare l’integrità dell’articolazione temporo-mandibolare, per cui anche l’imboccatura può diventare strumento di fastidio e dolore, manifestato con cambiamenti di carattere apparentemente inspiegabili.

Il mantenimento della miglior condizione della dentatura si vede soprattutto quando i cavalli sono anziani; in quella fase della loro vita, quando sono più fragili, la bocca può veramente cambiare la durata e la qualità della loro vita in maniera molto evidente, infatti molte delle patologie geriatriche dipendono dalle condizioni dei denti.

La prevenzione di tutti questi problemi si fa programmando regolari controlli da parte del Veterinario dentista, il quale stabilirà frequenza e tipo di intervento valutando di volta in volta le condizioni della bocca di ogni suo paziente; il personale di scuderia, se ben formato e preparato, lo sa bene e provvede con molta attenzione e cura.

Adesso chi lo desidera si metta la maschera con la dentiera più spaventosa possibile e godiamoci la festa, senza dimenticare, appena finito il divertimento, di controllare se e quando i nostri cavalli hanno fatto l’ultimo controllo dentale.

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Pensieri d’autunno

L’autunno con i suoi colori così sgargianti e diversi fra loro ci ricorda che è una stagione di transizione fra le lunghe giornate di caldo estivo e le brevi giornate di freddo che ci aspettano, quasi a ricordarci che è una stagione di grandi contrasti.

Anche il clima rispecchia i colori dell’autunno: tiepide giornate di sole che si alternano a grigie e fredde piogge persistenti, passando da temperature quasi estive a nottate fredde, con la comparsa della brina ad annunciare che siamo vicini allo zero. 

Tutti questi sbalzi possono diventare difficili da gestire per i cavalli, per cui possiamo avere freddo improvviso senza che abbiano avuto il tempo di adeguare il loro manto protettivo, oppure caldo estivo fuori stagione, che li fa sudare e faticare più del solito perché il pelo si è già rinfoltito.

Un altro fattore di disturbo è rappresentato dalla escursione termica fra giorno e notte, a volte di parecchi gradi, con raffreddamento repentino al calar del sole, con possibili ripercussioni non solo sull’umore ma anche sulla salute dei cavalli.

Ad esempio, il caldo eccessivo fuori stagione può predisporre all’insorgenza di tutte le patologie legate all’affaticamento, al metabolismo muscolare ed al rendimento fisico.

Il raffreddamento improvviso invece può provocare disturbi all’attività dell’apparato digerente, diventando fattori predisponenti all’insorgenza di coliche ed enteriti; anche il sistema respiratorio può essere influenzato da questi repentini abbassamenti della temperatura, e diventa altresì indispensabile un buon riscaldamento muscolare all’inizio dell’allenamento per evitare traumi e danni all’apparato muscolo scheletrico.

La gestione del cavallo in questo periodo è fondamentale per cercare di prevenire il più possibile questi effetti avversi tipicamente autunnali, e può essere molto diversa a seconda del tipo di vita che fa ogni cavallo, variando a seconda della stabulazione (box, paddock, pascolo libero), come anche del genere di attività a cui ogni cavallo è destinato.

Ricordo che i cavalli anziani, benchè la maggior parte sia a riposo, possono soffrire di patologie croniche che potrebbero aggravarsi a causa di questi sbalzi, per cui avranno bisogno della giusta attenzione da parte del personale di scuderia e dei proprietari.

Per ogni diversa situazione è comunque necessario adottare tutte le misure possibili per scongiurare malanni e fastidi, ed una buona preparazione del personale diventa essenziale per la salute ed il benessere dei cavalli, perché la conoscenza delle pratiche e dei rimedi adottabili farà la differenza.

Comunicato importante

Le date del corso teorico pratico per Operatore di Scuderia sono state variate per ragioni organizzative, per cui il corso si svolgerà 

a partire da venerdì 13 ottobrecon inizio alle ore 14,00; il programma rimane invariato.

Le lezioni avranno luogo presso la Scuderia privata sita in Strambinello, via Provinciale 4.

Per informazioni ed iscrizioni: 

info@lavorarecoicavalli.it

Dottor Marco Grosso 

335 5919717

Le iscrizioni avranno termine mercoledì 11 ottobre alle ore 20,00

L’ora legale

Come ormai accade da molto tempo, a fine ottobre ci sarà il consueto passaggio dall’ora legale, che caratterizza le lunghe giornate primaverili ed estive, all’ora solare, tipica del periodo autunno/inverno.

Parlando con alcune persone, ho avuto la conferma che questo cambiamento può dare luogo ad una serie di fastidiosi disturbi, che sono legati al ritmo circadiano di tutti noi, me compreso, e quindi ognuno ne risente in modo diverso, più o meno importante a seconda dei casi.

E i cavalli? Poiché sono animali molto abitudinari, presumo che siano altrettanto coinvolti da questa consuetudine, perché inevitabilmente cambiano anche gli orari delle operazioni quotidiane in scuderia; mi riferisco in particolare alla somministrazione dei pasti principali, che i cavalli aspettano con cronometrica precisione, grazie al loro orologio incorporato, attivando succhi gastrici ed impaziente attesa.

So che in alcune strutture, proprio per evitare stress da cambio di ora, gli addetti mantengono sempre gli stessi orari, che seguono l’ora solare, e non li variano mai durante l’anno, ma questo a volte è di difficile attuazione rispetto alle molteplici attività che si svolgono nelle scuderie.

Nel caso in cui non viene applicata questa pratica, suggerisco di sfruttare questo mese scarso prima del cambio dell’ora per iniziare a spostare gradualmente le operazioni di un quarto d’ora a settimana verso il nuovo orario; in questo modo per i cavalli il passaggio sarà praticamente impercettibile, evitando inutili stress (soprattutto attesa del cibo o viceversa somministrazione in anticipo).

Per noi umani questo è impossibile nella maggior parte dei casi, per i cavalli invece, con un po’ di impegno, si può annullare questo mini “jet lag” che si ripete ogni sei mesi.

Il diario di bordo

Nella mia esperienza ho incontrato molti gestori di scuderia, con caratteristiche assai eterogenee: alcuni molto precisi raccolgono dati ed informazioni sui cavalli, magari utilizzando schede individuali, e sulle operazioni quotidiane, come forniture, mascalcia e pareggio, visite veterinarie, e così via, altri invece non sentono questo bisogno, per cui la loro gestione è più immediata, e non è detto che sia meno efficace, ma viene a mancare la memoria storica sia delle operazioni svolte che degli eventi meno recenti.

Questa osservazione mi ha fatto riflettere e mi ha ricordato il comandante della nave col suo diario di bordo, dove annotare qualsiasi evento che si verifica sulla nave, perché è l’unico modo per fronteggiare le emergenze e superarle, ma soprattutto è l’unica via efficace per tutelare la propria figura di fronte alle responsabilità che il ruolo prevede. Inoltre una corretta e profittevole gestione economica non può fare a meno di una minuziosa registrazione e successiva analisi dei dati; per questo ritengo che sia utile e vantaggioso avere una preparazione specifica sul management della scuderia.

Raccogliere tutti i dati, registrare puntigliosamente movimenti economici e scadenze, come un bravo comandante, sono indispensabili per tenere la barra dritta verso il futuro, e la conoscenza specifica di questi processi farà la differenza.

Vedere, guardare, osservare

Vedere, guardare ed osservare: tre verbi simili con un significato diverso.

Vedere è l’espressione che indica la semplice funzione visiva, sempre in funzione ma priva di capacità selettiva se non è stata focalizzata dal sistema nervoso centrale.

Guardare significa concentrare la funzione visiva su un determinato soggetto di interesse, senza altre indicazioni semplicemente lo sguardo rimane sul soggetto prescelto.

Osservare è il verbo che mi interessa di più perché significa mantenere l’attenzione su un soggetto per tutto il tempo necessario (cosa non facile se manca l’allenamento), allo scopo di raccogliere la maggior quantità di dati possibile sul soggetto stesso e sul suo comportamento.

Imparare ad osservare il cavallo significa saper cogliere tutte le sfumature e le particolarità che servono per conoscere aspetti etici e comportamentali utili sia alla comunicazione col cavallo stesso, sia alla prevenzione di eventuali problemi emergenti; ogni piccola anomalia di comportamento ha un significato, ma per coglierla chi osserva deve conoscere alla perfezione il cavallo che ha di fronte, e questo richiede passione, allenamento e metodo.

Questa particolare abilità non deve mancare nelle persone che si occupano dei cavalli, loro o di proprietà di altri, perché fa la differenza proprio nei momenti più delicati, ossia quando la segnalazione tempestiva ed accurata di un possibile problema può fare la differenza.

Cosa fare in caso di…

E’ un argomento che mi è stato chiesto di trattare in molte occasioni, spesso durante emergenze in situazioni critiche che si sono presentate.
Quando ci sono momenti concitati c’è molta confusione e non si può fare formazione; la materia relativa alla gestione delle esperienze è così vasta che potrebbe riempire le pagine di un intero libro.
Nei miei corsi dedico ampio spazio a questo argomento, essendo convinto della necessità che la persona che detiene professionalmente cavalli propri e cavalli per conto di altri, debba essere preparata e addestrata a fronteggiare in modo impeccabile le più comuni emergenze, anche per poter affrontare in maniera adeguata la responsabilità che tale ruolo prevede.
L’addestramento deve partire dal riconoscimento del problema, che non sempre appare in modo evidente; la tempestività dell’azione in molti casi fa la differenza rispetto al risultato dell’azione.
La gestione del panico, proprio e degli altri, è un altro fattore spesso sottovalutato, che può rivelarsi disastroso se mal gestito. La mia esperienza in questo campo è di grande aiuto per fornire utili schemi per fronteggiare questo insidioso nemico.
Sapere esattamente che cosa fare è il vero fattore determinante, in quanto infonde sicurezza e placa l’ansia che sempre accompagna le piccole e grandi emergenze.
 
 

Estate

Ogni anno, quando arriva la stagione estiva, i cavalli si trovano ad affrontare una serie di avversità climatiche che li predispongono a rischi o, nell’ipotesi più favorevole, a parecchie fastidiose situazioni accompagnate da disturbi più o meno gravi.  

rischi principali riguardano patologie legate alla temperatura, umidità ed esposizione al sole; questi rischi aumentano quando vi sono altre componenti come patologie croniche, soprattutto cardiocircolatorie o respiratorie, età avanzata, oppure fattori ambientali come la disponibilità di acqua fresca o riparo dal sole.

fastidi sono dovuti soprattutto alla presenza sempre più opprimente di insetti molesti, molto numerosi in zone calde ed umide, aggravata da eventuali allergie specifiche.

 

Si possono mettere in campo diverse misure per prevenire pericoli, alleviare fastidi e sofferenze, per questo è necessario conoscere a fondo lo stato di salute di ogni cavallo, l’eventuale impegno di allenamento o lavoro richiesto e tutti i rimedi a disposizione per evitare il più possibile pericoli e fastidi, per cui la conoscenza profonda di questi argomenti diventa strumento di tutela, ed una buona formazione può essere di grande aiuto per mantenere il livello di benessere dei cavalli più elevato possibile.

Operatore di scuderia

 
L’Operatore di scuderia è una figura indispensabile, che si occupa delle esigenze primarie dei cavalli (distribuzione del cibo, governo dei box/recinti/ricoveri); le sue mansioni, apparentemente semplici, hanno un’enorme importanza, a volte non sufficientemente riconosciuta; richiedono grande affidabilità e precisione, nel rispetto degli orari e nel razionamento degli alimenti; è necessario avere una buona
conoscenza delle abitudini del cavallo, unita ad un vigile spirito di osservazione, poiché in molti casi l’Operatore di scuderia è la prima persona che può accorgersi se i cavalli hanno dei problemi, essendo colui che più di ogni altro interagisce con loro.
Per queste ragioni una buona preparazione è indispensabile per essere all’altezza del compito, e l’esperienza maturata sul campo, da sola, non sempre è sufficiente.
I miei corsi per Operatore di scuderia di primo e secondo livello tengono conto dell’esperienza già acquisita ed offrono una preparazione mirata, a seconda della posizione che si vuole andare a ricoprire.

Welcome

Oggi è un giorno speciale! Oggi prende forma lavorarecoicavalli.it™, il progetto di formazione e consulenza che ho creato per tutte le persone che desiderano occuparsi dei cavalli con professionalità e passione.

E’ mia ferma convinzione che il sapere sia fondamentale in qualunque ambito lavorativo e professionale e sono certo che, se associato a disciplina ed impegno, sarà sempre un valido elemento distintivo.

Sono a disposizione per condividere la mia conoscenza ed esperienza con tutti coloro i quali  hanno il desiderio di  mettersi in gioco in questo seducente settore, per accompagnarli verso il loro obiettivo.